"si può ben dire che la società contemporanea è tenuta insieme da un cemento di qualità davvero scadente"
Se è vero che nessuno ha il diritto di obbedire, nessuno ha il diritto di tacere di fronte ad atti, affermazioni e comportamenti che ledono i diritti dei Cittadini e offendono l'onorabilità di una professione. Di seguto la mia doverosa presa di posizione, che mi auguro aiuterà a sollecitare altri colleghi.
Egregio Presidente Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Dr. David Lazzari,e membri del Consiglio Nazionale
ep.c.
Gentile Presidente dell’Ordine degli Psicologi Provincia Autonoma di Bolzano, dott.ssa Sabine Cagol e membri del Consiglio Provinciale
In data 28 giugno mi è pervenuta da parte del CNOP una comunicazione relativa ad un documento, stilato dal Consiglio nazionale in data 24 giugno, su ”il punto in tema di obbligo vaccinale e loro applicazione”.
Ringrazio della premura di averla recapitata, questa volta, direttamente, e di non averne perciò dovuto prenderne conoscenza da altre fonti indirette, come nel caso di precedenti comunicazioni importanti.
La lettura del testo mi obbliga a comunicare le mie riflessioni, non tanto per gli aspetti che mi riguar-dano personalmente, ma per il rilievo che il documento assume in rapporto alla credibilità e ono-rabilità della Professione stessa di Psicologo.
Mi è impossibile omettere alcune osservazioni sul piano formale, come l’abitudine consolidata di non apporre alcuna firma in calce al documento.
Ho già segnalato il vezzo, anche del mio Ordine provinciale, di comunicare con gli iscritti tramite simil-circolari dall’ambiguo significato e validità formale, oltre che scarsamente rispettose del rap-porto di collegialità. Allo stesso modo non può passare inosservata la totale sovrapposizione di con-tenuti e persino di impaginazione con analogo documento emesso dalla Federazione Nazionale Medici Chirurghi e Odontoiatri in data 22 giugno.
Se fossi una psicologa di formazione cognitivista potrei pensare ad una carenza di pensiero creativo. Se fossi una psicologa di formazione freudiana classica potrei pensare alla storica e metaforica “invi-dia del pene” che affligge spesso gli psicologi nei riguardi di medici psichiatri. Ma avendo scelto una formazione sistemica batesoniana mi è congeniale analizzare gli aspetti di comunicazione utili per l’analisi del funzionamento di micro e macro sistemi.
Mi pare evidente che questo documento, come tutti quelli prodotti dall’inizio pandemia Covid-19, esprima quanto l’operato del nostro Ordine, locale e nazionale, sia improntato alla pura definizione della relazione unilateralmente complementare: il Consiglio decide e ai Colleghi spetta l’onore di obbedire, senza la minima possibilità di interloquire. Ne è la prova il recente tentativo pseudo-demo-cratico di avviare, in questo momento, un sondaggio per modificare il nostro codice deontologico ad usum di foglia di fico. Mossa veramente imbarazzante. Ma per l’appunto è noto che, quando i processi comunicativi sono finalizzati alla pura definizione della relazione, il contenuto diventa del tutto se-condario.
Vengo perciò all’analisi dei contenuti.
“Ringrazia
gli Ordini regionali, i loro Presidenti, i Consiglieri e il personale amministrativo per i concreti risultati raggiunti a seguito delle attività svolte in ottemperanza alla legge 172/2021 e ss.mm.ii, anche se estremamente gravose da un punto di vista gestionale e connotate da un’oggettiva sproporzione tra gli intensi e complessi adempimenti da svolgere (con una normativa inoltre in continua evoluzione), e le ridotte risorse a disposizione degli Ordini stessi, al fine di tutelare i cittadini e garantire la sicurezza delle cure nei vari contesti in cui operano gli Psicologi e i loro utenti;”
La prima cosa che colpisce del testo clonato è la totale assenza di riflessioni, valutazioni o prese di posizione circa gli aspetti squisitamente psicologici che hanno devastato e stanno devastando la Cittadinanza, in particolare le giovanissime e giovani generazioni. Dunque ancor più stride l’auto-referenziale ringraziamento più per l’obbediente lavoro burocratico che clinico, palesemente falli-mentare sul piano della tutela della salute psichica. Fatto documentato ogni giorno di più dai dati statistici.
Ma è il passo successivo a lasciare più stupiti:
“Considera
la profilassi vaccinale contro il Covid, anche alla luce dei solidi dati epidemiologici e clinici italiani e internazionali, uno strumento fondamentale di Salute Pubblica; essenziale per ridurre e contrastare la diffusione della pandemia, con un grande impatto positivo per la salute di tutti i cittadini, e una significativa riduzione della morbilità e mor-talità soprattutto dei soggetti più fragili “.
Davvero è possibile che questo spettabile Consiglio non sia informato sulla ormai più che copiosa letteratura scientifica nazionale e internazionale circa l’uso improprio e non etico di questo farmaco impropriamente chiamato “vaccino”, tanto che una rivista come il Lancet ha rotto gli indugi e pub-blica lavori scientifici, trasversali alla comunità dei Ricercatori, che hanno coniato il termine di “sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino”? Davvero non è giunta notizia che perfino un Magistrato dell’Uruguay ha preteso che Pfizer tolga il segreto sull’esatta e completa composizione del siero sperimentale, dopo che il Governo giapponese ha ufficialmente dichiarato che i danni da inoculazione sulla popolazione di giovani sono documentati, gravi e forse non reversibili? Quanto alla protezione dei soggetti più fragili dobbiamo prendere atto del tardivo quanto ondivago penti-mento del Professor Crisanti. Eppure il nostro Ordine giustamente impone e vigila che gli iscritti si assicurino un adeguato aggiornamento scientifico certificato dai crediti ECM.
“Ricorda
I colleghi deceduti o gravemente ammalatisi di Covid, ed esprime solidarietà` e vicinanza alle famiglie degli stessi, rilevando come la mortalità` e la morbilità` grave dei colleghi si sia sostanzialmente azzerata grazie all’uso del vaccino“.
Proseguendo nella lettura e nel confronto con il documento matrice, noto che l’Ordine dei colleghi medici ha ricordato con precisione il numero dei deceduti, 474. Non è dato sapere se e quanti di quei decessi siano avvenuti nella prima fase pandemica, in cui gli operatori sanitari pubblici sono stati ob-bligati a lavorare senza misure di protezione, senza il permesso di uscire dalle linee guida per applicare cure sperimentate come efficaci per i pazienti e sicure per i medici (documentazione scientifica pubblicata). È toccato così a loro pagare il prezzo dello sfacelo della nostra sanità pubblica. Chiedo a questo Consiglio se sa quanti colleghi Psicologi hanno dovuto lavorare in questo modo. Io ricordo la iniziale circolare ministeriale indirizzata al trattamento degli “psichicamente fragili” che di fatto rendeva i servizi psicologici e psichiatrici inaccessibili. Io stessa ho continuato a trattare pazienti che venivano invitati a non recarsi al servizio psicologico e/o psichiatrico, quando non dissuasi con metodi rudi a evitare di dare complicazioni.
Quanto al successivo invito
“Invita
tutti i colleghi ad una piena adesione ai principi ed alle norme presenti nel Codice Deontologico, alle chiare evi-denze scientifiche a favore della sicurezza e efficacia delle vaccinazioni, e al rispetto delle leggi, quale dovere civile e decoro professionale”.
Non ho difficoltà a ribadire, come già argomentato in modo circostanziato nel mio documento del 13 febbraio c.a. relativo a “Richiesta chiarimenti e ricusazione del documento Position Statement stilato dalle Federazioni Nazionali degli Ordini delle Professioni Sanitarie e Sociali nel novem-bre 2021”, che inequivocabilmente i primi a violare le norme del nostro codice deontologico siano stati e siano tutt’ora, i membri dei Consigli nazionale e territoriali. Sordi ad ogni richiesta di anteporre una discussione scientificamente fondata alla decisione di accogliere pedissequamente un “ruolo sussidiario” che rinunciava al primato dell’obbligo di agire in scienza e co-scienza. Trovo che questa scelta, che non esito a definire collaborazionista, rappresenta il vero vulnus al decoro e alla credi-bilità professionale.
Il documento prosegue con:
“Condanna
con fermezza le aggressioni, le offese e le azioni legali strumentali avverso gli Ordini Sanitari e i loro rappresentanti che in questo periodo si sono registrate in Italia, considerandole un’inqualificabile forma disfunzionale di dissenso nei confronti delle norme di legge sull’obbligo vaccinale, e contro le Istituzioni incaricate della loro applicazione nell’interesse collettivo; norme che gli Ordini, gli iscritti e i cittadini sono tenuti a rispettare”.
Ignoro se vi siano state aggressioni o offese rivolte ai Colleghi eletti nei diversi Ordini degli Psi-cologi, che naturalmente condanno. Ma mi chiedo se il Consiglio Nazionale consideri lettere come questa da classificarsi tra le aggressioni e le offese. Non avendo mai ricevuto risposta alle mie richieste di ascolto, non ho elementi di valutazione. Per quanto attiene al “disfunzionale dissenso nei confronti delle norme di legge”, ricordo che anche le leggi razziali prevedevano l’obbligo di obbedienza. Per quanto mi riguarda la nostra Costituzione è il Corpus a cui ogni altra disposizione (Leggi e Decreti) e i comportamenti dei Cittadini devono sottostare. Così come alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (18 dicembre 2000).
Chiedo a questo spettabile Consiglio come distingue tra dissenso funzionale (e funzionante) dal dissenso disfunzionale? Personalmente mi attengo al principio che “nessuno ha il di-ritto di obbedire” (H. Arendt) se non dopo aver esercitato il dovere di pensare. Quanto alle azioni legali, al momento, rientrano ancora nei diritti previsti dal nostro Ordinamento a tutela di una civile convi-venza, che non spetta a questo Ordine esercitare: ognuno si assuma il rischio derivante dalle pro-prie decisioni.
Quanto al successivo punto:
“Ribadisce
la necessita` di preservare la natura e la funzione pubblicistica degli Ordini, soprattutto nella gestione degli albi professionali e nel pieno rispetto delle norme di legge “.
Esso mi colpisce personalmente, dal momento che ho lottato vent’anni, già nella mia vita di studentessa del primo corso di Psicologia effettivamente funzionante in Italia attivato, con grande deter-minazione presso l’Università di Padova, da Personaggi a cui va ancora oggi tutta la mia stima. Perso-naggi che avevano voluto e garantito una molteplicità di pensiero e dibattito scientifico, oggi difficilmente riscontrabile. Inoltre essendo stata eletta primo Presidente provinciale del nostro Ordine ho lottato per guadagnare credibilità e peso alla sua funzione, in un periodo in cui le allora Unità Sanitarie Locali indicevano ancora concorsi senza prevedere l’iscrizione all’Ordine Professionale. Posta questa premessa risulterà chiaro perché ormai da vari anni non esito a definire quel mio faticoso e umanamente costoso impegno, un errore di gioventù.
È cronaca quotidiana che né la dignità professionale né ancor di più la tutela degli utenti/pazienti ne abbia tratto vantaggio. Ciò è inevitabile quando una associazione con scopi scientifici si trasforma in una organizzazione corporativistica.
Perciò posso condividere la considerazione che segue:
“Considera
l’autonomia e l’indipendenza della professione un requisito fondamentale, che ben si sposa con il principio di sussi-diarietà cui gli Ordini degli Psicologi sono chiamati, in piena autonomia e in coerenza con le norme costituzionali, legislative e deontologiche. “
Pongo tuttavia un distinguo sul significato di sussidiarietà. Esso attiene alla sua etimologia che ri-manda ad un concetto di aiuto e di completamento. Aiuto e completamento a che scopo? Di braccio acritico operativo ed esecutivo o di testa in grado di fornire gli elementi conoscitivi e specifici di cui un Governo non può giocoforza avere sempre contezza? In questo risiede la mia totale divergenza dall’operato dei Consigli degli Ordini, locali e nazionali, ahimè, nessuno escluso. Sempre nel mio operare seguo il principio che come si fa una cosa cambia la cosa che si fa.
Giunta alla affermazione conclusiva:
“Ritiene
l’evoluzione epidemiologica della pandemia allo stato attuale e il grande successo della campagna vaccinale, tali da poter consentire - in assenza di una nuova fase emergenziale - di condividere con le altre Federazioni sanitarie, in un costruttivo confronto con il Governo, un’approfondita riflessione sul ruolo gestionale e amministrativo as-segnato agli Ordini nelle strategie di prevenzione, garantendo in ogni caso il valore primario della sicurezza delle persone che accedono alle cure e della collettività.”
Mi sento di esprimere tutta la mia preoccupazione per la totale mancanza di percezione realistica della situazione e per il pervasivo senso di autoreferenzialità, che peraltro è stata ed è la cifra che qualifica l’operato dell’attuale Ministro della Salute Speranza e dell’intero Governo.
Giunta al termine delle osservazioni al documento in oggetto è doverosa una precisazione per evitare di essere fraintesa. Dalle contestazioni da me mosse potrebbe apparire che consideri il Consiglio Na-zionale e la regia scelta e imposta agli Ordini territoriali come frutto di incompetenza o mancato ap-profondimento scientifico. Non è assolutamente questa la mia lettura delle scelte operate. Infatti ad un occhio professionale, competente nelle diverse teorie che formano il corpus di conoscenze della scienza del comportamento, non può sfuggire che la pandemia di Covid-19 ha rappresentato l’ottima e attesa occasione per spingere avanti e a fondo la scelta di utilizzare le conoscenze psicologiche utili al controllo del comportamento individuale e sociale, che talune teorie psicologiche hanno sviluppato e propugnano come uniche evidence based. Tendenza in atto da tempo in vari ambiti, in particolare nella scuola (si veda l’allarmante problema dell’iper-diagnosi e iper-certificazione e la massiccia intrusione nel rapporto insegnate/allievo di rigide procedure dettate da rigide linee guida e tramite mezzi tecnologici) e nell’ambito della salute mentale (si veda il problema dell’abuso di pre-scrizione di psicofarmaci e l’allarme lanciato a livello internazionale, preoccupato più per l’insoste-nibilità economica che per gli effetti collaterali benché documentati).
Infatti la gestione dell’emergenza sanitaria effettuata dalle autorità, che è stata accusata di approssi-mazione, di informazioni contraddittorie, di stop and go confusivi, di alternanza di premi e punizioni, di strumenti di espulsione e isolamento allo scopo dichiarato di piegare i divergenti, ad un occhio pro-fessionale rivela la perfetta applicazione dei principi del condizionamento operante evolutosi, grazie alla tecnologia, in vera ingegneria comportamentale. Burrhus Skinner proclamava già nel 1971 di aver costruito il metodo per guidare il comportamento umano “oltre la libertà e la di-gnità”. La spinta a informatizzare la vita dell’essere umano sino a rendere esso stesso una macchina ha consentito a quell’approccio alla mente e al comportamento di realizzarsi. Non possiamo dimen-ticare che il primo premio Nobel conferito ad uno psicologo, Daniel Kahneman, si riferisce all’economia. D’altra parte mai un Nobel è stato assegnato in specifico per la Psicologia, infatti quello di cui sono stati insigniti nel 2014 John O’Keefe e Colleghi si riferisce alla medicina. Questo conferma che sempre di più la scienza del comportamento si è trasformata in scienza del controllo del com-portamento, messa al servizio di interessi economico-politici, il cui scopo precipuo è di controllo globale di grandi masse di popolazione. Ne sono esempi perfetti le sperimentazioni di sistemi legati al concetto di "comunita` intelligente" promosso da AgID (l’Agenzia per l’Italia digitale creata nel 2012 dal Governo tecnico allora in carica e l’avvio del sistema premiale avviato a Fidenza, Bologna e Roma (piattaforma «Citizen Wallet»), il cui scopo dichiarato e` indurre residenti e turisti ad assumere comportamenti definiti virtuosi sul piano ambientale, ma lo scopo effettivo è di addestrare ad ottenere punti convertibili in beni e/o servizi offerti dall’amministrazione comunale e dai suoi partners. I punti saranno accreditati a partire dalle 72 ore successive alla messa in atto dei comportamenti virtuosi, mentre il “borsellino elettronico” cosi` creato sarà` accessibile dalla «Casa Digitale del Cittadino» tramite le credenziali del Sistema Pubblico di Identità` Digitale (SPID), della Carta d'Identità` Elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Questo il vero scopo del green pass, ormai ufficializzato dal Ministro della innovazione tecnologica Colao proprio il 5 luglio.
Allo psicoterapeuta non può sfuggire la sovrapposizione con il metodo tornato tristemente in auge nel trattamento delle psicopatologie, assunto ormai come unico metodo accreditato nei servizi pubblici. Ciò spiega anche perché l’inoculazione dei sieri sperimentali è stata invocata e trattata come un vero e proprio Trattamento Sanitario Obbligatorio. Invece di normalizzare i definiti “pazienti” si è deciso di psichiatrizzare i disobbedienti.
In quest’ottica sia la pertinacia del Governo e del Ministero della Salute, sia l’atteggiamento degli Ordini Professionali, reclutatati come braccio operativo sussidiario, appaiono completamente coe-renti e comprensibili. La storia della Scienza insegna che fin dall’antichità lo scienziato deve essere consapevole dei rischi che nascono dall’abbraccio tra conoscenza e potere. Ricordo che Bateson definisce il potere e i processi di polarizzazione che ne conseguono il padre di tutte le patologie, individuali e politico-sociali. E per quanto attiene alla scienza psicologica difficile non pensare a quanto ipotizzato da Aldous Huxley, nel suo Mondo nuovo, dove le figure tecniche più importanti erano Bernard Marx, sopraintendente aggiunto di Psicologia, e Helmholtz Watson, ingegnere emoti-vo e docente di ingegneria emotiva. D’altronde ogni scienziato deve scegliere se e a quale padrone obbedire. Mi appello perciò al Presidente e Collega David Lazzari, in primis perché ricordi che il suo program-ma di elezione si è mosso sotto lo slogan “L’Ordine, casa di tutti” e chiedo se conosce il numero delle vittime bianche messe fuori dalla porta della nostra casa? Ma soprattutto perché si ricordi di quanto qui espresso, quando parteciperà al Tavolo ministeriale per il benessere individuale e collettivo che dovrà definire:
“La produzione legislativa che può permettere alla psicologia e agli psicologi un diverso ruolo più valorizzato e potenziato all’interno del Ssn”.
Auguriamoci rispettoso dei Cittadini. Desidero infine offrire ai Colleghi uno spunto di riflessione metodologica attingendo alla mia formazione di psicologa, che dopo il liceo ha sempre mantenuto l’amore e l’interesse per la matematica e la fisica e, tra gli scienziati di queste discipline, per coloro che hanno espresso sempre la massima coerenza e tensione verso gli aspetti etici di cui la Scienza deve farsi carico. Prendo perciò a pre-stito le parole del fisico di David Bohm, che con il suo pensiero ha influenzato personaggi di alta levatura istituzionale e dirigenti di importanti multinazionali, consapevoli che l’illusione di controllo sviluppa pericolosi quanto nefasti frutti avvelenati.
“…al fine di innalzare gli standard sociali, ambientali e lavorativi nel mondo, un elemento chiave fu “la politica del dialogo” che incoraggiava aziende private, organizzazioni del lavoro e della società civile a inseguire soluzioni innovative per problemi complessi...
...Tutto ciò indica un crescente riconoscimento del fatto che i complessi problemi affrontati dalle nostre società e organizzazioni richiedono un ascolto più profondo e una comunicazione più aperta di quella che è stata la norma. La politica del “vincere o perdere” e l’autorità gerarchica sempli-cemente non sono adeguate ad affrontare il cambiamento climatico globale, l’aumento del divario tra ricchi e poveri e i dilemmi della tecnologia genetica…<< Il significato condiviso è davvero il cemento che tiene insieme la società e si può ben dire che la società contemporanea è tenuta insieme da un cemento di qualità davvero scadente>>… – la scienza è diventata la religione dell’età moderna. Recita il ruolo che recitava di solito la religione, quello di darci la verità>>. Questo fonda-mentalismo intellettuale ci è ampiamente invisibile…Il problema per Bohm, scaturisce dal modo in cui la scienza contemporanea <<è fondata sull’idea di poter arrivare […] a un’unica verità. Dunque, l’idea del dialogo è in qualche modo estranea alla struttura corrente della scienza, come accade con la religione…Come afferma il biologo cileno Humberto Maturana, <>.” (David Bohm, Sul dialogo, 2004, a cura di Paolo Biondi, ETS, Pisa, pp.37-42).
Pur nutrendo poche speranze sul fatto che questo mio ulteriore appello venga ascoltato ho ritenuto mio preciso dovere professionale e morale rivolgerlo. Non tanto per difendere la mia posizione perso-nale, che ho già provveduto ad esprimere formalmente all’Ordine di Bolzano e che si sintetizza nella mia intenzione di non cedere ad un ricatto del tutto infondato e lesivo della mia persona, ma per la responsabilità che sento nel difendere l’onorabilità della professione che esercito.
Per questo motivo continuerò, come ho fatto ben prima di questa tragica emergenza, a divulgare conoscenza psicologica e ad informare quanti siano seriamente interessati al BENE COMUNE e al rispetto delle persone, specie quelle che hanno meno voce in capitolo e meno strumenti di difesa.
Porgo, con il dovuto rispetto, distinti saluti ai Colleghi del Consiglio Nazionale e Provinciale che mi leggono in copia.
d.sa. Miriam Gandolfi
Bolzano, 09 luglio2022