Da quando il neoeletto Governo Meloni ha decretato il reintegro dei Cittadini privati del loro diritto al lavoro, la creatività dei mentitori professionali si è scatenata. A prescindere dai giochi di potere sottostanti e dal bruciore della ferita narcisistica degli sconfitti, ciò che si teme è che vengano a galla le innumerevoli e gravi alterazioni e falsificazioni delle informazioni realmente scientifiche e i gravi danni che hanno causato. Diventa perciò scabroso ricordare le imbarazzanti dichiarazioni degli allineati della prima ora.
Non solo giornalisti, comici e influencer, ma anche Amministrazioni ed Enti pubblici ora si arrabattano come possono. La Regione Puglia si inventa una sorta di autonomia speciale per quanto riguarda la gestione del personale sanitario. La Regione Lombardia nega l’ammissione ad un concorso pubblico per ostetriche, se non inoculate, invocando un tipico cavillo da legulei: la data di pubblicazione del bando di concorso. L’Ordine dei medici della Regione Piemonte ha deciso di predisporre una lista di proscrizione con cui marchiare i dissidenti/auto-pensanti, per distinguerli dagli obbedienti, molti anche loro malgrado. Ma la cosa più grottesca è che lo motiva con il rispetto del codice deontologico. L’Ordine degli psicologi della Provincia di Bolzano continua nella sua conformista e tremula politica pilatesca. Accoglie le domande di nuovi iscritti richiedendo ancora tra i requisiti una dichiarazione di completato ciclo “vaccinale”. Qualora non esibita, si riserva di dare risposta di accoglimento o rifiuto (quando?), lasciando il professionista in un limbo che non gli consente di iscriversi a concorsi o a scuole di specializzane, ma nemmeno di inoltrare un ricorso.
Nella mia formazione di psicoterapeuta ha avuto un ruolo importante un famoso pezzo teatrale di Edward Albee “Chi ha paura di Virginia Woolf”, reso noto al grande pubblico dalla trasposizione filmica e grazie agli interpreti Liz Taylor e Marlon Brando.
Da allievi psicoterapeuti dovevamo lasciarci guidare attraverso il labirinto del “gioco della verità” che una coppia in crisi, frustrata ma forte della propria posizione di potere sociale e psicologico decide di imporre ad un'altra coppia giovane, innamorata, invidiata perché ancora vitale. La coppia navigata, apparentemente e falsamente sicura di sé, trasforma il gioco in un crescendo di menzogne che si trasforma in un labirinto mortale. Un vortice in cui diventa necessario inventare bugie sempre più grandi per coprire le precedenti. Alla fine la giovane coppia, offesa e denigrata, fuggirà lasciando i mentitori a confrontarsi con la verità più angosciante che hanno continuato a non voler vedere: la loro stessa distruttività.
Questo il senso di quel training: imparare a riconoscere le affermazioni falsificanti sapendo che per uscire dal labirinto e costruire rapporti sani e vitali è necessario far emergere la verità dei fatti, non quella costruita per adattarla a ciò che ciascuno, in quel momento, ritiene ipocritamente più utile, protettivo per sé stesso e adatto ad agire potere su altre persone.
Ringrazio il professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CIEB), per farci memoria dei modi in cui alcuni personaggi hanno cavalcato la fuga dalla verità con argomentazioni così imbarazzanti da far paura persino a Virginia Woolf, che pure ha sfidato il conformismo ipocrita che allora come oggi zavorra la libertà di pensiero e la vera conoscenza.
https://www.ilfuturomianonna.it/il-silenzio-dei-colpevoli-e-linciucio-della-pacificazione-nazionale/